lunedì 23 febbraio 2009

CONVEGNO CISM-USMI A TORINO

Sabato 21 febbraio scorso, presso la Sala conferenze dell’Opera Cottolengo a Torino, si è tenuto l’annuale convegno organizzato dalla CISM ed USMI regione Piemonte e Valle d’Aosta sul tema: “Vita Consacrata e profezia. L’identità del profeta.”
Relatore d’eccezione è stato padre Anselm Grün osb, benedettino, il quale con molta efficacia ha saputo interessare e coinvolgere attivamente più di 350 religiose/i nella mattinata e 200 giovani religiosi/e nel pomeriggio, insieme ai loro formatori/trici.
Era presente anche il vescovo delegato della CEP, mons. Giuseppe Guerrini, il vicario episcopale per la vita consacrata don Paolo Ripa di Meana, il padre Generale del Cottolengo, don Aldo Sarotto e la vice-madre generale delle suore del Cottolengo.
La relazione del mattino ha voluto mettere in evidenza che, come i profeti sono sempre sorti in epoche di crisi per annunziare la volontà di Dio al popolo di Israele, così nella storia della Chiesa gli ordini religiosi hanno sempre avuto una vocazione profetica. Essi hanno offerto una risposta, nella Chiesa e nella società, agli aneliti delle persone. E hanno messo il dito nella piaga quando la Chiesa si è troppo adattata ed ha girato solo su se stessa. In tal modo i primi monaci hanno dato una risposta alla mondanizzazione della Chiesa. Benedetto, in un tempo di migrazioni, ha fondato dei luoghi comunitari che hanno portato una stabilità nel loro ambiente. Di fronte alla struttura feudale della Chiesa e della società Francesco ha ridestato la sensibilità per la povertà. Domenico ha fatto proprio il desiderio dei catari di una fede pura e limpida. Ignazio ha voluto dare una risposta alla Riforma e orientare di nuovo la vita soltanto verso la figura di Gesù Cristo. E i numerosi ordini religiosi sorti nel diciannovesimo secolo hanno risposto alle necessità dei loro tempi. Si trattò sempre di una risposta profetica, una risposta che proveniva da Dio, un tentativo di concretizzare la volontà di Dio in quella certa epoca.
Obiettivo dell’intervento, quindi, oltre a fare memoria storica è stato quello di tentare di richiamare l’attenzione su come gli ordini religiosi possono attuare la loro vocazione profetica oggi, nel nostro contesto.
“Noi in quanto profeti siamo piuttosto messi a confronto con la nostra impotenza. Al di fuori di noi non sappiamo come oggi vada la vita cristiana. Tuttavia noi vogliamo, come i profeti, ascoltare solo ciò che Dio oggi ha da dire a noi, alla Chiesa e al mondo. C’è bisogno di umiltà e di onestà, di apertura e sensibilità, di ascolto di Dio e di ascolto dei segni dei tempi, di un’accresciuta percezione di ciò che accade nel nostro tempo, e c’è bisogno dello sforzo dello Spirito per poter compiere oggi in modo credibile ed efficace la nostra missione profetica nell’ascolto di Dio e nell’analisi del nostro tempo.”
Nel pomeriggio l’incontro è proseguito con una vivace partecipazione dei giovani religiosi/e sul tema: “ Formazione e trasformazione”. “Oggi – ha sottolineato padre Grun - non ci possiamo attendere che i giovani e le giovani che entrano nelle nostre comunità portino già con sé la necessaria maturità umana. È decisivo che siano pronti a guardare i loro punti di forza e di debolezza e i loro deficit. Il cammino spirituale dice che tutto può essere trasformato. Ma può essere trasformato solo ciò che noi accettiamo e guardiamo. Il pericolo è che qualcuno non sia pronto a guardare la propria verità. Allora non prende la strada della trasformazione, ma la strada della compensazione. Che lo porta in un vicolo cieco…” .








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