martedì 15 marzo 2011

Messaggio Vescovi Piemonte Unità Italia


Noi vescovi della Regione Ecclesiastica Piemontese, alla vigilia del 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia, avvenuta il 17 marzo 1861 in Torino, culla del Risorgimento e prima capitale del nuovo Regno, desideriamo rivolgere alle nostre Chiese locali, ma anche alla società civile del Piemonte e della Valle d’Aosta, l’invito a riflettere sull’importante evento.

Incoraggiamo anzitutto a far sì che, con l’impegno di tutti, l’unità nazionale raggiunta 150 fa diventi sempre più unione morale e spirituale, dove ciascuno, e ogni gruppo sociale, si impegni a promuovere il bene comune, nel rispetto, nell’ascolto e nel dialogo con le diverse culture e impostazioni di vita di cui sono ricche le nostre comunità, per far crescere la solidarietà e la giustizia sociale, il rispetto della vita e della dignità di ogni persona umana, la centralità della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, e dei suoi diritti fondamentali in fatto di lavoro e di educazione delle nuove generazioni.

La civiltà di un popolo si rivela in particolare dal modo con cui esso accoglie e sostiene coloro che sono più deboli, sofferenti, poveri, indifesi, stranieri. Sono essi che ci indicano le vie per costruire una nazione veramente unita nell’amore e nella pace.

Se una parte del mondo ecclesiale e cattolico fece fatica ad accettare le modalità del processo di unificazione politica, anche a causa di frequenti provvedimenti anticlericali e anticattolici, prima e dopo il 1861, la Chiesa, educando le coscienze al senso del bene e del male, all’onestà e all’altruismo, contribuì lealmente a formare gli italiani, continuando una lunga tradizione educativa e culturale e avviando nuove opere di solidarietà e di promozione umana. Non dimentichiamo che da molti secoli è fattore profondo di unità il senso di appartenenza della maggioranza del popolo italiano all’unica Chiesa cattolica.

A Torino poi, ma con riflessi positivi per tutto il Paese, contribuirono al bene degli italiani e dell’Italia in fieri, con la loro vita e le loro opere, soprattutto i “Santi sociali”, i figli migliori delle nostre Chiese e della nostra terra.

Profondamente convinti, come ci ha ricordato il Vaticano II, che la Chiesa non vive per se stessa ma per il Vangelo, per la gloria di Dio e per il bene della gente, noi vescovi, facendo tesoro degli eventi passati oggi ricordati, intendiamo guidare le nostre Chiese del Piemonte e della Valle d’Aosta, nella fedeltà al Signore Gesù,alla sua Parola e all’Eucarista, sulle orme tracciate da questi testimoni, riconosciuti da tutti come esemplari nell’unire strettamente la fede e l’amore alla Chiesa con la carità e il progresso sociale e civile della cittadinanza.

Seguendo il loro stile di vita invitiamo le nostre comunità, e i giovani in particolare, a farsi protagonisti di una nuova stagione di cammino unitario del nostro popolo, valorizzando le risorse in una giusta prospettiva federale e solidale insieme, cementando i valori religiosi e civili sulla roccia solida della fede e della cultura cristiana, che per vocazione sono aperte all’incontro e al dialogo con tutte le altre presenze, laiche e religiose, che formano la società civile.

Di fronte alle crescenti sfide che il rapido e tumultuoso cambiamento in atto nel mondo pone al nostro Paese, c’è bisogno di una forte e decisa ripresa spirituale da parte delle varie componenti familiari, politiche, economiche, sociali, per sostenere con fiducia il cammino della nazione, di cui ciascuno é responsabile, chiamato a fare la sua parte anche con sacrificio personale, per coltivare la speranza di un domani migliore.

Maria santissima, che giustamente è chiamata “la castellana d’Italia” per i numerosi santuari che segnano e illuminano il nostro territorio, ci aiuti a ritrovare questa speranza in Cristo suo Figlio, fondamento certo di vero e sicuro progresso religioso e civile per la nostra Patria che amiamo profondamente.



Torino, 7 Marzo 2011 I Vescovi del Piemonte e Valle d’Aosta.

Comunicazioni Sociali Piemonte
corso Matteotti, 11 - Torino - 0115623423 - 3356697229 - dir. Chiara Genisio

per vedere il video cliccare qui

sabato 5 marzo 2011

Ciclo conferenze unità Italia



VI INVITIAMO A VEDERE IN ANTEPRIMA LE NOSTRE NOVITA'

O AD ANDARE SUL SITO WWW.EFFATA.IT


Domenico, Renzo e Domenico jr Agasso
Il Risorgimento della carità Vita e opere di uomini e donne di fede
Collana «Le bussole» • formato 14 x 20,5 • brossura
160 pagg. • 2011 • € 10,00 • ISBN 978-88-7402-653-1

Alla storia sono passati Garibaldi, Cavour, re Vittorio, Mazzini e le battaglie: Custoza, Solferino, Novara, le cinque giornate di Milano... Ma c’è un altro Risorgimento: quello dei santi. Mentre i politici tramavano, i soldati guerreggiavano e i giovani idealisti morivano, a Torino c’era qualcuno che, invece di fare l’Italia, pensava a fare gli italiani. C’erano i santi, appunto, che in mezzo alla tempesta della guerra, dell’odio e della discriminazione religiosa, si presero cura dei poveri, dei bambini di strada, delle prostitute, dei carcerati, della vita quotidiana della gente qualunque che aveva il cruccio di non morir di fame. Questo libro ne narra le gesta.


PASTORALE


Claudio Dalla Costa
Avete finito di farci la predica? Riflessioni laicali sulle omelie
Collana «Temi pastorali» • formato 14 x 20,5 • brossura
160 pagg. • 2011 • € 10,00 • ISBN 978-88-7402-659-3

Buona parte dei fedeli considera l’omelia una sorta di penitenza da subire, magari pensando a tutt’altro. Molti annunciatori del Vangelo sembrano non conoscere parole umane, vere e autentiche per proporre il mistero di Cristo all’uomo contemporaneo. In chiesa vorremmo ascoltare una parola diversa, che non si sente altrove, che faccia luce sulla nostra vita e ci aiuti a scoprire il senso straordinario dell’esistenza umana. Questo libro, nato da una sorta di “pellegrinaggio” in diverse parrocchie per tastare lo stato di salute dell’omelia, intende ricordare che i predicatori devono risvegliare nelle persone il senso del Mistero e che la forza delle parole di Gesù sta nel parlare in modo concreto e accessibile a tutti.