mercoledì 20 maggio 2009

Pro-voc@zioni



Per osare con Paolo la nostra vocazione

Gesù sorprende Paolo mentre è in viaggio. Per tanti, l’incontro con il Signore significa l’inizio di un cammino. Immobili, stesi o seduti al margine della strada, ascoltano una Parola che li afferra, restituisce vigore alle loro gambe e apre loro cammino. Non è così per Paolo. Lui ha già il suo viaggio, ha una meta, uno scopo, una traiettoria precisa. L’incontro con la Parola avvolta di luce, non lo colloca sulla strada, ma lì lo sorprende e interviene a modificare il senso del suo andare. La voce, infatti, non gli chiede di cambiare destinazione. Anzi, gliela conferma. Né, tanto meno, Paolo dovrà modificare l’oggetto del suo viaggiare: è partito alla ricerca dei cristiani di Damasco ed è ancora verso di loro che Gesù lo manderà. Ciò che dovrà cambiare è il suo modo di viaggiare e il perché del suo correre sfrenato.

“Saulo, Saulo perché mi perseguiti?” (At 9,4). Con queste parole Gesù obbliga Paolo a guardare e a cogliere tutta la violenza che c’è nel suo andare. Gli Atti degli Apostoli descrivono un Paolo abitato da “minaccia e strage” (At 9,1). Il suo viaggio ha unghie affilate e lacera la carne di coloro verso cui egli va. L’altro non è da incontrare, ma da catturare. È pericolo da neutralizzare, errore da correggere, eresia da ricondurre ad ortodossia. L’altro non è un nome da pronunciare con stupore, ma da scrivere in una lista di proscrizione.

La cecità di Paolo dopo l’incontro con il Risorto diventa un’esperienza necessaria perché egli smetta di dare la caccia agli altri e cominci a viaggiare alla loro scoperta. Arriverà cieco a Damasco, sperimentando il bisogno di essere condotto, dell’affidarsi, dell’andare verso l’ignoto, del non sapere chi o che cosa gli stia davanti. I suoi occhi devono passare attraverso l’oscurità. Solo maturando nel buio quando, finalmente, si apriranno, potranno rivelare a Paolo quanto miopi ed offuscati siano stati fino all’incontro straordinario sulla via di Damasco.

Che cosa vede Paolo quando cadono le scaglie dai suoi occhi? Un volto. È quello di Anania. Un nome, certamente, scritto tra i primi sulla lista dei nemici pubblici ricevuta a Gerusalemme. Ma Anania lo chiama fratello e lo prende con sé. Anania per lui ora non è più il bestemmiatore da punire, il sovvertitore delle certezze di Israele, l’illuso seguace di stravaganze galilaiche. È uno scrigno pieno di storie bellissime, le storie di Gesù che Paolo non ha mai ascoltato. Dice parole che scaldano il cuore e increspano di tenerezza la superficie degli occhi. Anania è acqua fresca che gli bagna il capo ed il viso nascondendo le lacrime che Paolo non sa e non vuole trattenere. Anania è azzimo che non ha più soltanto sapore di pane, ma fragranze di comunioni ancora mai sperimentate. Paolo cieco apre gli occhi su un mondo nuovo, dove il lupo prova a pascolare insieme con l’agnello.

Se Paolo assume uno sguardo nuovo sulla comunità cristiana, anche questa è chiamata a muoversi verso di lui e a riconoscerlo nella sua verità con uno sguardo scevro da pregiudizi. Chi è il vero Paolo? Quello che stanava i cristiani e li perseguitava oppure questo che ha fuoco nella voce quando pronuncia il nome di Gesù? Quello che cercava gli apostoli per gettarli in galera e buttar via la chiave o questo che li insegue per riempirli di domande sul Maestro? Paolo e la comunità cristiana, entrambi sono chiamati ad incontrarsi nella verità dello sguardo reciproco, ad aprirsi alla novità dell’altro, a vincere le diffidenze provando a intessere legami solidi di fraternità. È questo sforzo continuo, questo impegno irrinunciabile che li può rendere segni efficaci ed eloquenti del Regno di Dio, piccolo seme che poco a poco si fa albero e si riempie di nidi e del canto di uccelli.

Don Amedeo Cristino

Qualche interrogativo per la nostra vita

- E tu? Quali sono le coordinate del tuo viaggio?

- Come viaggi verso gli altri

- Hai fatto l’esperienza di non riuscire ad incontrare qualcuno a causa di un pregiudizio affiorato in te?

- Hai mai fatto l’esperienza di essere non accettato a causa di un pregiudizio? Come hai reagito?

- Con chi stai viaggiando, quali compagni di strada hai? In cosa ti aiutano a camminare? In cosa ti rallentano?

giovedì 7 maggio 2009

COMUNICATO STAMPA


Parrocchia-Santuario Nostra Signora della Salute

Torino, Borgo Vittoria, via Vibò 26

CELEBRAZIONI PER LA FESTA DI SAN LEONARDO MURIALDO,

8 – 17 maggio 2009

«Lavoro, cresco, mi realizzo e sorrido alla vita!»

Convegni e dibattiti sul tema del lavoro nella crisi attuale

e inaugurazione del nuovo oratorio, domenica 17

con il sindaco Chiamparino