sabato 30 aprile 2011

Conferenze sulla Santa Sindone


Carissimi,

Il Museo della Sindone Vi invita a "GLI INCONTRI AL SANTO SUDARIO", che si terranno tutti i lunedì del prossimo mese di maggio , nella Chiesa del SS. Sudario di Via Piave 14 (angolo via San Domenico).

Questa prima serie sarà dedicata al tema "Alla Ricerca di Dio"

Date e temi de "GLI INCONTRI AL SANTO SUDARIO":

02 Maggio 2011 ore 21.00 FEDE e SCIENZA - Dov'è Dio nell'Universo?

Interverranno come relatori il dott. Piero Bianucci e il prof. Angelo Tartaglia, moderatore il prof. Bruno Barberis

09 MAGGIO 2011 ore 21.00 LA SOFFERENZA NEL MONDO - Dio soffre?

Interverranno come relatori il prof. Alessandro Comandone e il prof. Pier Paolo Donadio, moderatrice suor Giuliana Galli

16 MAGGIO 2011 ore 21.00 LE RELIGIONI NEL MONDO - Tanti Dei, quale Dio?

Interverranno come relatori il prof. Stefano Piano con la dott.ssa Antonellaserena Comba e il prof. Claudio Torrero, moderatore don Ermis Segatti

23 MAGGIO 2011 ore 21.00 CREDERE IN DIO, OGGI - Credo, perché?

Interverranno come relatori il dott. Francesco Antonioli e don Giuseppe Ghiberti, moderatore prof. Claudio Ciancio

INGRESSO LIBERO

Anche quest'anno con il Modello 730 o con il Modello Unico sarà possibile destinare il 5‰ dell’IRPEF alle associazioni di volontariato segnando nell’apposito spazio il relativo codice fiscale.

Per devolvere il 5‰ a:

Museo della Sindone - ONLUS indicare il Codice Fiscale 80064770011 .

Associazione Amici del Museo della Sindone - ONLUS indicare il Codice Fiscale 97589330014 .

venerdì 22 aprile 2011

Auguri di Pasqua...con PUZZLE!!


Proponiamo, a tutti i nostri utenti, un simpatico modo di fare gli auguri di Pasqua. Non si tratta di una classica immagine nè di un file in power point. E'....un puzzle da ricomporre.... augurando a tutti Buon Divertimento cliccate qui o andate sul sito dell'ispettoria Salesiani Piemonte e Valle d'Aosta all'indirizzo www.salesianipiemonte.it.

P.S. aspetta alcuni secondi...il puzzle deve caricarsi...tutto sarà in automatico...i pezzi poi si spostano con il mouse...è facile e molto divertente!!!

mercoledì 20 aprile 2011

Auguri di Pasqua


CRISTO E' RISORTO ED E' VIVO!!!!
CHE LA SUA PRESENZA POSSA RIEMPIRE
DI GIOIA I NOSTRI CUORI.

L'AUGURIO E' CHE OGNUNO
DI NOI

POSSA CONTINUARE A CRESCERE
NELLA GIOIA

E NELLA GRAZIE
DI NOSTRO SIGNORE.


AUGURI DI UNA SANTA PASQUA.

Testimonianza padre Pedron-Dehoniano

Hai paura di morire?

È una domanda di cattivo gusto se fatta a un non credente.

È stata rivolta da un amico a p. Lino, due giorni prima che lasciasse questo mondo.
La sua risposta – accompagnata da quel suo sorriso che comunicava serenità e pace – è stata: “Ma si può avere paura di incontrare il proprio Padre? Io non aspetto altro”.

P. Lino non voleva udire la parola morte, non voleva che si parlasse delle messe da morto, del mese dei morti, perché – diceva – “chi crede in Cristo non muore, passa dalla vita alla Vita, dalla prima parte dell’esistenza, alla seconda parte, la migliore”.

Ci ha lasciato da un anno, ma continuiamo a sentirlo presente, perché i risorti – pur non visibili con gli occhi materiali – sono sempre con noi.

La testimonianza di vita che ci ha dato, il Vangelo che – con la passione del vero credente – ci ha annunciato continueranno ad essere punti di riferimento delle nostre scelte.


p. Fernando, Bruno, Paolo, amici e confratelli tutti della comunità dehoniana

Albino 13 aprile 2011

per maggiori informazioni http://www.padrelinopedron.it/

http://proposta.dehoniani.it/

Blog: http://padrelinopedron.blogspot.com/


Inserisci link

sabato 16 aprile 2011

Pro-voc@azioni numero 13

Pro-voc@zioni 13

Il dono della missione (continua)

La missione è dono.

Il dono della fede e dell’incontro con la persona di Gesù ci spinge fuori, incontro al mondo e fa maturare in noi, per sua natura, l’esigenza della condivisione di quello che gratuitamente abbiamo ricevuto. In questa condivisione, ciò che sperimentiamo non è l’impoverimento del dono, ma il suo dilatarsi in noi. La missione, che nasce dal dono, si rivela come spazio in cui esso si precisa e si fa ancora più dono. La Chiesa, convocata dal Risorto nella missione, nei gesti dell’annuncio e dell’andare missionario fa esperienza dell’accadere continuo di Dio nella storia, del suo essere vivo e presente al fianco degli impoveriti e dei piccoli. L’evangelizzatore, nell’atto stesso di annunciare la Buona Novella, sperimenterà che questa gli è restituita come Buona Vita nell’esistenza e nelle scelte dei piccoli e dei poveri che accolgono l’annuncio. Colui che passa seminando Vangelo, lungo il cammino raccoglie anche Vangelo. È successo a Gesù stesso di incontrare Buona Notizia nel suo percorso missionario: nel tempio davanti al gesto della vedova che depone la sua misera offerta, nel centurione romano che lo riempie di stupore con l’intensità della sua fede, vicino a Tiro quando la donna siro-fenicia gli ricorda il suo essere luogo della sovrabbondanza del Padre e lo restituisce ad una missione rivolta ad ogni uomo e a ogni donna. Il Vangelo non sopporta confini. È sconfinato non solo perché destinato ad essere proclamato e vissuto sotto ogni cielo, ma anche perché è totalmente libero. Possiamo incontrarlo - inatteso - nei luoghi più impensabili, nelle situazioni più insospettabili, nelle vite più improbabili.

Nel Vangelo di Marco, Gesù invia i dodici per la prima volta in missione con una strana consegna: Ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche” (Mc 6, 8-9). Li invia senza pane, senza bisaccia e senza denaro. Il Signore, dunque, mette i suoi missionari in condizione di fragilità, di dipendenza, privandoli di ogni sicurezza. L’intento del Maestro è quello di aiutarli a toccare con mano la tenerezza di Dio, che si prende cura di loro nella missione. Andranno per il mondo come agnelli in mezzo a lupi, senza pane, senza bisaccia e senza soldi. Eppure non saranno sbranati dai lupi, si sazieranno ogni giorno e non mancheranno del necessario. La chiamata dei Dodici alla missione assume i toni della chiamata alla libertà, che Jahvé rivolge ad Israele schiavo in Egitto. Come gli israeliti anche i Dodici per il viaggio missionario potranno indossare la tunica e i sandali e tenere tra le mani un bastone cui appoggiarsi. Mentre, a significare nella missione un esodo ancora più radicale di quello di Israele, non potranno portare con loro pane ancorché azzimo, né avere denaro o preziosi, ancora meno farsi accompagnare dai loro greggi. Nella missione Dio vuole occuparsi dei suoi, averne cura come già fece con Israele lungo tutto il cammino nel deserto. Così, l’andare missionario diventa cammino esodale in cui sperimentare la paternità e maternità di Dio.

Il dono di Dio, origine della missione, ci pone in un processo continuo di gratuità. È dono in cui crescere ed è dono da far crescere con la condivisione. Paolo raccomanda a Timoteo di non trascurare il dono che custodisce dentro di sé, ma di prendersene cura (1Tm 4,14-15). Nella seconda missiva indirizzata al compagno di avventura missionaria, prima di ricordargli il dovere di annunciare la parola con insistenza al momento opportuno e non opportuno, l’Apostolo lo esorta a ravvivare il dono che porta in lui (2Tm 1,6). Se un modo esiste per ravvivare il dono che Timoteo ha ricevuto è proprio quello di trasformarsi tutto in annuncio. Nella condivisione del dono facciamo lievitare in noi il dono stesso, perché la fede cresce donandola. Nell’economia della gratuità, infatti, il mondo è capovolto: le uscite rappresentano le vere entrate, le perdite hanno valore di guadagno, la bancarotta sancisce il massimo successo imprenditoriale.

La missione è scambio di doni.

C’è nella missione un’irresistibile forza comunionale, che rende quasi impossibile distinguere chi sia il donante e chi il ricevente. Essa si configura come luogo in cui i doni sono scambiati. Molto spesso, i missionari nel valutare la loro esperienza sono incapaci di dire se siano più numerosi i doni ricevuti o quelli da loro offerti. Oggi in particolare, tramontata la missione come plantatio ecclesiae, il movimento missionario si configura come il reciproco incontrarsi di chiese sorelle. Anzi, potremmo dire che la missione è un’evidenza privilegiata della comunione tra le chiese. Essa getta ponti, crea legami, mette in relazione, fa incontrare esperienze distanti, sguardi diversi, sensibilità differenti, che si mutano in dono reciproco, si fanno ricchezza condivisa. Non sempre questo incontro è facile, anzi a volte non si realizza se non nella fatica, fino a divenire – in taluni casi – anche conflitto. Anche questo è dono, perché non c’è missione senza Croce. L’invio missionario, infatti, lo si fa con la consegna del Crocifisso. La Croce è posta nelle mani del missionario a ricordargli – tra l’altro – che la missione è anche travaglio, è esposta all’incomprensione, non è esente da conflitto e dal rischio del rifiuto. Ma soprattutto, la Croce è lì a ricordargli che proprio nella Passione Cristo tocca il vertice dell’amore per l’umanità. Nella solitudine del condannato, quando Gesù è fisicamente allontanato dalla folla perché innalzato e confitto al legno, egli vive la più profonda comunione d’amore con l’uomo.

Tutto è dono, tutto è grazia nella missione. Anzi tutto è grazia condivisa. Giovanni Paolo II, al numero 62 della Redemptoris Missio scrive: In un mondo che col crollare delle distanze si fa sempre più piccolo, le comunità ecclesiali devono collegarsi fra di loro, scambiarsi energie e mezzi, impegnarsi insieme nell'unica e comune missione di annunziare e vivere il vangelo ... Le chiese cosiddette giovani ... hanno bisogno della forza di quelle antiche, mentre queste hanno bisogno della testimonianza e della spinta delle più giovani, in modo che le singole chiese attingano dalla ricchezza delle altre chiese”. Per la singola chiesa la missione non può essere l’orpello, il di più dopo che ha sistemato tutti i problemi pastorali che la affliggono e tappato tutti i buchi provocati dalla crisi delle vocazioni. Nello numero già citato della Redemptoris Missio il Santo Padre aggiunge: La chiesa è missionaria per sua natura, poiché il mandato di Cristo non è qualcosa di contingente e di esteriore ma raggiunge il cuore stesso della chiesa. Ne deriva che tutta la chiesa e ciascuna chiesa è inviata alle genti”. La missione è, dunque, la ragion d’essere della Chiesa, il suo senso. Se smette di essere missionaria e di porre al suo interno il segno dell’invio ad gentes, la Chiesa diventa insensata e se ne andrà per il mondo inconsapevole dei doni che ammuffiscono dentro di essa.

Don Amedeo Cristino

mercoledì 13 aprile 2011

Concerto 15 aprile


L’Oratorio della Passione secondo Luca

per soli, coro e orchestra

Cappella Strumentale del Duomo di Novara

Musica di Alberto Sala / Testi poetici di Rosanna Virgili

Direttore: Paolo Monticelli

Chiesa di s. Filippo Neri

v. Maria Vittoria 5, Torino

Venerdì 15 aprile alle ore 21.

Sarà presente l’arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia

Ingresso libero

Per informazioni

d. Ermis Segatti

Referente per la Cultura e l’Università

Archidiocesi di Torino

011 9671548

segatti@alice.it

giovedì 7 aprile 2011

Sito Pope 2 you

cari lettori del blog vi informiamo di questo bel sito chiamato Pope 2 you, a cura di don Walter Insero, Incaricato dell’Ufficio Comunicazioni Sociali del Vicariato di Roma. Nel sito è stata creata un’apposita sezione dedicata alla Beatificazione di Giovanni Paolo II, con link diretti a Twitter, Facebook e al sito della Radio Vaticana, che offre molti video e discorsi di Giovanni Paolo II.

Sarà inoltre possibile inviare in diverse lingue le cartoline digitali di “Pope2You”, per condividere ricordi, esperienze, ed emozioni legate agli incontri del Papa con i giovani; scambiare foto e video; seguire via straeming la diretta delle celebrazioni.

il sito è http://pope2you.net o se volete cliccate qui