martedì 10 novembre 2009

Giornata Pro orantibus 2009

Una creatura “NASCOSTA CON CRISTO IN DIO”

Giornata pro orantibus 2009

Anche quest’anno, puntuale arriva il 21 novembre, giornata pro orantibus.

Grazie a questo spazio offertoci dalla “Voce” vorremmo farvi il dono di qualche gioiello di contemplazione tratto dal diario spirituale di una sorella della nostra comunità. La sua è stata un’esperienza singolare, poiché come suora di san Giuseppe B. Cottolengo ha vissuto i suoi 70 anni di vita religiosa per metà nell’apostolato – come insegnante e formatrice – e per metà in monastero: questa è una grande ricchezza della nostra Congregazione che Suor Maria degli Angeli Beretta (1916-2005) ha vissuto in pienezza: amando Dio e stando costantemente alla sua presenza.

La contemplazione, che parola misteriosa! In realtà è la vita, la vita del cristiano che si lascia prendere per mano dal suo Dio.

Nel diario suor Maria degli Angeli, tentando di descrivere la sua esperienza spirituale, moltiplica le immagini. Stare con Dio è come scalare un monte:

«La meta a cui mi chiami, mio Dio, mi appare come una montagna altissima di cui Tu di tanto in tanto mi scopri la vetta tutta luminosa nel sole. Da quella vetta tu mi chiami e mi tendi le braccia.

Poi viene una nuvola densa e nera e non vedo più nulla. Vedo solo sotto di me il tratto di montagna irta e rocciosa che devo percorrere momento per momento; i precipizi che ad ogni passo si aprono sotto di me per ingoiarmi, la roccia nuda e tagliente alla quale mi aggrappo insanguinandomi tutta.

Odo la tormenta che rugge e nella tormenta delle voci. L’una che mi invita a salire, costi quel che costi, che mi indica la via e i passi più sicuri. L’altra che mi vuol persuadere che le altezze non sono fatte per gli squilibrati, per i tarati… ma per gli atleti. Ma ormai comprendo che al punto in cui sono giunta la discesa sarebbe fatale. Del resto ho tra le mani una fune robustissima che mi aggancia alla vetta. Questa fune è tenuta da Te, mi lega a Te e si chiama: Fiducia. Se io non l’abbandono sono salva».

L’esperienza della contemplazione è spesso avvolta da un grande buio in cui stare con Dio è come essere un cieco condotto per mano: «Sono come una povera cieca che sorride ad un Amico che non sente, che non vede… Che si sottrae ad ogni ricerca».

La presenza paradossale di Dio è come un’assenza. Dov’è Dio? Mostrami il tuo volto, grida il salmista: «Ti sento in tutto: nel dolore, nella gioia, nelle contrarietà, nell’angoscia, nelle tentazioni, nel buio, nelle luci profonde che mi si accendono nelle profondità; ma Ti sento come un Assente….».

Ogni credente guarda anche il suo abisso, il suo peccato, contempla la sua povertà e vi vede il riflesso della misericordia di Dio:

«Solo Gesù vorrei non averti offeso mai…. Ma Tu allora non avresti avuto la gioia di perdonarmi ed io non avrei avuto quella di scandagliare così profondamente quell’abisso senza confini che è il Tuo Amore Misericordioso. Dunque meglio così, dal momento che Tu l’hai promesso. Io sento Gesù, che tutto quanto mi è accaduto fin qui, che tutto quello che mi accadrà in avvenire non è che l’espressione squisita del Tuo Amore per me, amore provvidenziale che trionfa sempre, che mira ad attuare in me un disegno particolare di misericordia e di bontà. Per questo chiudo completamente gli occhi, metto la mia mano nella tua e ti seguo….».

Amare il Signore significa seguirlo, seguirlo sulle strade che egli traccia per ciascuno, significa mettersi sulle strade di ogni fratello e sorella, salvati dall’amore misericordioso di Cristo, senza giudicare:

«Così in ogni persona che cade, qualunque sia la sua miseria, io sento un fratello e sento per essa la più profonda simpatia, provo il desiderio di dirle: coraggio..... io sono scesa molto più in giù... eppure, vedi il Signore, mi ha guarita.... è tanto buono Lui! Non sa che perdonare.

Per ogni contemplativa la vera grande felicità è restare nascosta: «Sento che da oggi comincerà una nuova fase nella mia vita che sarà quella di una creatura “abscondita cum Christo in Deo”».

Alle porte dei nostri monasteri bussano uomini e donne gravati spesso da grandi dolori… il 21 novembre, siamo noi, mendicanti di misericordia, a ricevere il dono della preghiera, il dono ufficiale della Chiesa che tutta ci ricorda all’altare di Dio. Dal cielo suor Maria degli Angeli ci sorride e ci guarda, come lei amava dire, negli occhi di Dio.

Monastero cottolenghino “san Giuseppe”

Visita il sito: www.negliocchididio.it



Nessun commento: